Cammino sotto i portici di Ginevra trafelata come al solito e incontro il tuo sguardo. Una fitta al petto. Prima di poter mettere in pratica qualsiasi reazione controllota, ti sorrido. Ci salutiamo e ci ritroviamo seduti ad un bar e poi a terra di fronte ad una chiesetta del centro a raccontarci di noi, dei nostri piccoli vissuti. Siamo cambiati. Tu ti accorgi di quanto io sia divenuta diversa dall'ultima volta che mi hai vista.Un giorno mi hai detto che avresti apprezzato se fossimo mai riusciti a parlarci liberamente senza vergogne e sensi di colpa alle spalle. Mi accorgo che forse quel momento è giunto.Hai l'aria dimessa, spaventata ma felice. Io sono sicura, scaldata dal sole e da un amore che mi dovrebbe dare sicurezza. Ti sfido con la mia fierezza, ti sfido con la mia diversità, ti sfido con questo falso senso di sicurezza che vorrebbe sorprenderti. Ti guardo negli occhi, ti fisso, cerco di non distogliere lo sguardo. Prima o poi ti accorgerai della mia forza, capirai che non sono più la stessa di un tempo.dai guardami, stimami, desiderami, soffri, perchè non mi puoi avere, perchè sono lontana mille miglia ..guardami negli occhi, sono più grande, sono quasi una donna, bella, pura,sono più forte.Alzo il viso al cielo e mi lascio baciare dal sole. Voglio richiamare la tua attenzione sul mio sorriso.Siamo seduti al bar della stazione in attesa che arrivi il treno. Mi offri una coca. Ti stupisco e quasi con un tono che suona aggressivo ti chiedo:"perchè"? Cerchi di trovare un ordine ai tuoi falsi e confusi perchè, Cerchi, ma non riesci perchè ancora stenti a fare chiarezza nei tuoi sentimenti.Ma sopraggiunge il treno...l'annunciatrice pronuncia il numero del binario e io devo correre perchè il binario si trova esattamente nella parte opposta al bar...devo riuscire a prendere il treno..non posso perderlo..riesco a salire trafelata, dietro di me si chiudono le porte..il treno parte.
Da dietro i vetri delle porte il tuo viso. Ancora una volta addio, ancora una volta il tempo non ci lascia spazio per chiarirsi. Il treno si allontana, io cerco un posto in cui sedermi. Ho il fiatone e mi sento scossa. Il treno scorre, la testa si gira..davanti agli occhi i paesaggi scorrono velocemente e non riesco a definirne i contorni...l'odore del lago dal finestrino, la puzza dei sedili del treno un pò consunti..i visi diffidenti e curiosi dei passeggeri..un libro. Appoggio la testa e penso che non posso fermare tutto quel movimento con le mani..devo lasciarlo scorrere. Ho un impegno che mi porta dritto verso la sicurezza, la tranquillità..è lì che ho trovato riparo per scappare da quelle emozioni così forti..così imprevedibili.. che mi rendono instabile.. eppure sono le emozioni che hanno tutte le ragazze della mia età e mi fanno paura...