Continuo sì ma vorrei inserire una postilla, Ecco la
Postilla,
Ed ecco la fiaba......Un giorno, mentre camminava per strada, la bambina alzò gli occhi verso il cielo e vide alcune farfalle. Forse era una cnseguenza delle lacrime che sentiva spuntare o forse era colpa del sole troppo forte, ma le parve che le farfalle fossero tutte colorate e plendenti. Non aveva mai visto uno spettacolo così di più bello e per questo motivo seguì con lo sguardo il volo. Anche se era durato solo pochi istanti, quello spettacolo le aveva scaldato il cuore che per qualche attimo aveva dimenticato la sua pena quotidiana. Continuò quindi ogni giorno a cercare invano quelle farfalle colorate in cielo, anche se curava sempre la sua quercia.
Una mattina, appena scesa in giardino per controllare la salute della sua panta, le parve di rivedere a terra quei colori sfolgoranti che l'avevano così colpita e temendo che le arfalle potessero volare via di nuovo, le raccolse velocemente stringendole in pugno.
La bambina non poteva così vedere più lo spettacolo di luce colorata che ben ricordava ma il solo pensiero di trattenerle fra le dita, le scaldava il cuore e la rendeva più allegra.
Curava sempre la sua pianta, ma non le riusciva bene perchè poteva usare una mano sola, dovendo tenere l'altra sempre chiusa per via delle farfalle. Di questo la bimba era triste perchè amava moltissimo la quercia e desiderava proteggerla a tutti i costi, anchge se la luce colorata serrata nella sua mano era importante per lei; cercava dunque di fare quanto meglio poteva per non perdere quelle due cose così indispensabili per la sua vita.
Un giorno la bimba si accorse che dalla mano chiusa scendeva del sangue. Anche seall'inizio non se ne curò, pian piano si rese conto che il dolore ed il sangue, anzichè diminuire, aumentavano di giorno in giorno. La bambina si rattristò finchè una mattina, in giardino, chiese aiuto alla pianta malata, confidandole tutte le sue pene: " piccola bimba - le disse la quercia - non devi essere così addollorata. So che sei triste per me e desidero ringraziarti per tutte le cure preziose che mi dai, ma io sto facendo del mio meglio per guarire, anche se non sò se ci riuscirò . Piuttosto mi sono accorta che la tua mano sanguina e io vedo sofferente. Ora che tu mi hai raccontato delle tue farfalle, capisco il motivo per cui tieni la mano così stretta. Perchè non provi ad aprirla e a medicarla? E' vero che la tua luce potrebbe fyuggire, ma il tuo corpo si ammalerà presto se non corri subito ai riari".
La bimba non diede retta alla quercia e continuò a proteggere i suoi tesori nel solito modo.Passarono estati ed inverni finchè un giorno la pianta morì, seccandosi in poco tempo. La bimba non se ne rese conto subito, ma quando se ne accorse cominciò a piangere per il gran dolore. Nel tentativo di asiugarsi gli occhi dalle lacrime avvicinò tutte e due le mani al volto ed aprì inavvertitamente il pugno che era rimasto chiuso tanto a lungo.Niente volò via e nessuna luce brillò, nel palmo della mano c'erano solo pezi di vetro che, a prima vista, la bimba aveva confuso per delle farfalle.
Le sembrò che il cuore le scoppiasse; aveva infatti creduto in un ricordo falso, per il quale aveva trascurato la sua pianta preziosa e aveva sofferto per le ferite inferte dai vetri rotti.
Trascorse del tempo ma tutto rimase secco, arido e colmo di dolore per la bimba, la cui ferita sulla mano non si rimarginava più. Un giorno una farfalla bianca si posò sul palmo malato della bimba e le disse:" ti prego di non piangere più, tutte le farfalle del giardino conoscono la tua storia e si sentono in colpa perchè è anche causa nostra che stai soffrendo così duramente.Non possiamo donarti quella luce colorata, perche, anche se lo volessimo, saremmo solo un pallido ricordo di quanto tu hai visto e non possiamo nemmeno restituire la vita alla tua carissima quercia, anche se potremmo volare tutte insieme su di essa, per farla sembrare ancora viva. Potremmo anche trovare qualche piccolo seme da far cadere in un terreno fertile, se sei d'accordo".
La bimba annuì subito, come d'incanto, un mare di farfalle volò sulla quercia secca, ridandole per un istante quella vita che non c'era più e si mise in cerca di semi, foglioline e piccole radici che potessero poi fiorire in altri giardini.
Durò un attimo o una vita, la bambina non lo seppe mai. Smise di piangere e ricominciò a sorridere: il mare di farfalle le rimase nel cuore, alleviando la sua pena. Ci sono moltissime querce nei boschi e nei giardini e ancora oggi, ogni volta che ne vede una la bimba/donna pensa che in essa ci sia il respiro di quella pianta che aveva tanto amato e che continua ancora oggi ad amare. Infatti ciò che ci è stato donato gratuitamente è prezioso e raro e non va dimenticato mai, nemmeno per un istante.